Situata a circa due miglia dalla costa meridionale, l’isola della Vacca, con le sue pareti alte e ripide, con il piccolo scoglio del Vitello e la vasta secca affiorante che si protende verso nod-ovest, offre diversi punti di immersione.
Con il vento di maestrale, che in questa zona è molto frequente, conviene dare fondo all’ancora a poca profondità, a ridosso degli scogli che si vedono appena sotto la superficie.
Una volta in acqua, la prima cosa che colpisce è la sua trasparenza: nelle giornate giuste si possono avere 40 metri di visibilità.
La roccia, nei primi metri, è brulla e pulita per il forte idrodinamismo a cui è sottoposta e per l’azione di pulizia delle alghe esercitata dai numerosi ricci che vivono in questa zona.
Scendendo, si trovano grandi massi accatastati l’uno sull’altro. Sono tutti ricoperti, nella parte superiore, da un folto spessore di alghe brune, mentre le pareti meno esposte alla luce, sono colonizzate da diverse specie di spugne.
Nuvole di castagnole accolgono i subacquei. La franata di rocce muore sulla sabbia a circa 25 metri, mentre la posidonia occupa gli spazi fra una caduta e l’altra.
Si tratta di un ambiente che offre una visione d’insieme di notevole effetto. Siamo abbastanza lontani dalla costa per avere la possibilità di incontrare qualche grosso predatore pelagico, in ogni caso l’attenzione va indirizzata alle varie forme di vita che popolano il confine della prateria di posidonia con le innumerevoli spaccature e anfratti offerti dai grossi macigni.
Numerosi celenterati, fra i quali la margherita di mare (Parazoanthus axinellae), danno un tocco di colore giallo che si contrappone al rosso vivo delle spugne. Nudibranchi, tunicati e anellidi sono presenti in abbondanza, mentre nelle spaccature c’è qualche timida murena.
Nella parte nord della secca, a circa 15 metri di profondità, un’ampia caverna invita ad entrare. Non c’è nessun pericolo, perchè l’uscita è enorme e sempre ben visibile.
Sul fondo ci sono numerosi cerianti, sulle pareti le madrepore gialle (leptopsamnia pruvoti) e poi, in un angolo, una scultura alta circa un metro raffigurante una sirena con un delfino: è stata messa lì dallo scultore Gianni Salidu come gesto d’amore verso gli abitanti del mare.